Salute

 SALUTE

1. Valutazione degli escrementi negli Ondulati e in pappagalli granivori e insettivoro-granivori

2. Dita storte – Dita piegate in avanti o in dietro – Zampina paralizzata - Cosa fare

3.  Calli - Danni da posatoi di plastica - Danni da posatoi inadeguati

4. Podagra/Gotta nei pappagalli e piccoli uccellini granivori

5. Degli acari, oppure perché potrebbe accadere che in seguito ai trattamenti antiacaro i volatili potrebbero ammalarsi o morire e gli acari rimanere vivi e vegeti

6. Principali cause dell'autodeplumazione

7.  Somministrazione di farmaci - Alimentazione forzata

Valutazione degli escrementi negli Ondulati e in pappagalli granivori e insettivoro-granivori


La valutazione quotidiana degli esrementi ci permette  di capire se vi sono problemi di salute in corso o in arrivo. Ogni mattina, durante le pulizie quotidiane ordinarie, e nell'arco della giornata (quando  capita), si effetua controllo visivo. Alcune persone ommettono di farlo per pigrizia o per mancanza di informazioni, altri perché usano lettiere assorbenti che non permettono di controllare - così facendo rischiano di trovare un giorno tutti uccellini improvvisamente morti o gravemente ammalati, perdendo la possibilità di intervenire tempestivamente e di prevenire i danni. 

Gli escrementi dei Pappagallini Ondulati (e in altri pappagalli granivori e granivoro-insettivori) sono composti da:

- materia fecale (che deve essere compatta e ben formata, del colore marrone-verdastro scuro, senza patina biancastra)
- sali urici - urati (la parte "bianca" che non deve superare 1/3 del totale)
- urine ("acqua" trasparente che deve essere presente in quantità minima).

Nell'arco della giornata gli escrementi possono variare in dipendenza dal cibo mangiato, dalla quantità di liquidi bevuti, dalle condizioni ambientali (stress). Il pappagallo che produce escrementi irregolari va separato dagli altri in una gabbietta "infermieristica" e controllato meglio per alcuni giorni. 
Talvolta - quando pappagallini hanno paura o sono sotto stress - gli escrementi possono non contenere la parte fecale, essendo composti solo dalle urine o dalle urine e urati.
Si tratta di diarrea solo quando la parte fecale è molto molle o liquida, invece quando è presente liquido intorno alla parte fecale formata si tratta di poliuria.

Un esempio di escrementi regolari o quasi (secondo alcuni veterinari, la parte "bianca" dovrebbe essere un pochino meno grande, secondo altri questi escrementi sono perfetti): 




Escrementi con urina giallastra/verdastra intorno (attenzione! non si tratta di diarrea ma di poliuria! si ha la diarrea quando la parte fecale e liuida o deforme) e con la parte bianca troppo abbondante attestano i primi segni di problemi metabolici e di sofferenza di fegato e/o reni (le cause più frequenti: consumo eccessivo del cibo da parte del volatile, dieta malequilibrata, eccesso di proteine, infezioni nello stadio iniziale, intossicazione da acqua non pulita o non fresca, da cibo, da sostanze chimiche come vitamine sintentiche, farmaci, integratori, prodotti industruali come pastocini colorati, pellettati, estrusi, bastoncini con semi zuccherati, biscotti, prodotti di panificazione, cibi della nostra tavola, ecc.):


Poliuria nello stadio avanzato (pappagallino obeso con grande appetito) abbinata ad altre irregolarità - non si tratta di diarrea in quanto la massa fecale è formata: 


A vista il pappagallino era in ottima forma: vivace, allegro, giocherellone con grande appetito, volava perfettamente, non era arruffato, le piume intorno alla cloaca erano pulite. Interventi tempestivi in base del coltrollo degli escrementi hanno permesso di recuperare la salute nell'arco di circa 8 mesi di trattamenti riabilitativi non farmacologici (dieta disintossicante per il fegato, razione severamente misurata di cibo giornaliero, aumento delle ore di volo con introduzione del volo forzato, ecc.).

La foto seguente ritrae gli escrementi notturni dello stesso pappagallino obeso (due "mucchi" si sono formati perché il pappagallino - sistemato da solo in gabbia infermieristica - si era spostato durante la notte), la poliuria del genere non trattata può portare al collasso e alla morte - gli escrementi erano l'unico sintomo del malessere:


Paragone tra escrementi notturni regolari e quelli irregolari di due pappagallini diversi che hanno dormito vicino (a sinistra è evidente poliuria ancora non grave):


La patina biancastra sulle feci attesta disiquilibri nell'alimentazione e malessere interno, negli uccellini adulti e in particolare negli anziani può essere uno dei primi segni dell'inizio della podagra (gotta):



Le feci gialle/giallaste/biancastre di volume aumentato possono attestare problemi di organi digestivi come pancreas e fegato (tra cui collasso), intossicazione, infezioni batteriche come Salmonellosi, Tricomonosi, Clamidiosi o un misto di infezioni e disturbi sovrapposti. I principianti non devono mai comprare o prendere in regalo pappagallini e volatili con feci del colore chiaro o assomiglianti a quelle nella foto seguente. 
Il pappagallino che ha prodotto  gli escrementi ritratti nella foto ha avuto collasso perché il suo proprietario, volendo fargli piacere, gli aveva somministrato qualche polverina industriale proteica da imbecco (contenente lattosio, proteine, carnitina, aminoacidi, vitamine sintetiche, dolcificanti). Tra altri sintomi c'erano dimagrimento veloce, piume intorno alla cloaca e della coda sporche di escrementi, piumaggio arruffato, debolezza, sonnolenza. Ha avuto fortuna di ricevere immediatamente soccorsi curativi ed è stato strappato alla morte. Analisi cliniche hanno dimostrato assenza di infezioni batteriche. Il pappagallino era guarito dopo due settimane e completamente riabilitato dopo circa tre mesi:


Segue immagine di escrementi con parte "bianca" irregolare - troppo abbondante e liquida. La parte "bianca" liquida può testimoniare dei problemi metabolici a causa della sbagliata alimentazione o delle infezioni fungine in corso, in particolare la candida. La foto ritrae lo stadio iniziale dei problemi, se non trattati adeguatamente, la situazione peggiora e può portare alla morte:


 Diarrea - quando la parte fecale non è formata, molliccia o liquida:


Semi indigeriti negli escrementi testimoniano dei problemi del tratto digestivo: problemi degenerativi dello stomaco muscolare per mancanza di graniglia di pietra, mancanza di vitamina E e Selenio, disfunzioni del tratto digestivo a causa dell'alimentazione sbagliata o infezioni, malassorbimento, malattie fungine, (candida, megabaterio), danni in conseguenza al consumo di farmaci, vitamine sintetiche, proteine in polvere, aminoacidi:


Quando sono pochi, la situazione è recuperabile, invece se sono tanti o se la parte fecale è composta ineramente dai semi indigeriti, le possibilità di recupero sono minime. 

La foto seguente ritrae un'indigestione acuta in un parroccheto dal collare in seguito alla somministrazione del prodotto "Detoxicum" che viene pubblicizzato come avente poteri disintossicanti per il fegato; somministrato sul consiglio di un veterianrio allo scopo preventivo, il prodotto ha avuto effetti indesiderati gravissimi; il prodotto contiene vitamine sintetiche, aminoacidi, carnitina - ognuno di questi elementi grava fortemente sulla funzionalità del fegato e dei reni. Dopo la riabilitazione e la disintossicazione dal "Detoxicum", al pappagallo è stato nuovamente somministrato il preparato sunnominato e la sintomatica di indigestione acuta si è ripresentata, il che attesta che la causa certa è "Detoxicum" (che inossica e non disintossica).


Le femmine che depositano le uova e quelle in cova hanno gli escrementi aumentati di volume, la poliuria trasparente è frequente (giallastra o verdastra segnala problemi), segue un esempio - a sinistra in basso sono escrementi del maschio-partner della femmina in cova:


Quanità giornaliera di escrementi della femmina in cova (a destra in basso una cachetta del maschio):


Sangue negli escrementi di una femmina in cova: 



Segue - in arrivo ulteriori materiali.

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Dita storte – Dita piegate in avanti –Zampina paralizzata - Cosa fare

Negli uccelli domestici d'affezione può accadere che le dita che devono essere volte all'indietro si storcono in avanti o viceversa, talvolta tutta la zampina si chiude in pugnetto, a volte la zampina si paralizza.
In rete si trovano dei consigli raccapriccianti di “cure” di queste patologie, paragonabili solo con tortura: legamenti delle dita con delle corde, incastramento delle zampine in costruzioni di plastica, protesi coercititive, ecc.. I legamenti e le coercizioni significano forzatura dei muscoli contratti o rilassati, immaginate un uomo colpito da una paralisi che viene sottoposto a forzature per rilassare o contrarre i muscoli: ciò non porterà mai a nulla di buono. Uguale come l'uomo, i pennuti devono avere un corso di cura riabilitativo adeguato.

Prima di tutto, bisogna sapere che queste patologie coinvolgono il sistema nervoso e hanno come causa:

  1. Posatoi di plastica (immaginate voi stessi a portare una vita delle scarpe di plastica rigida non traspiranti e non rimovibili);
  2. Diametro sbagliato dei posatoi (i posatoi principali - al minimo 2 - devono permettere al pennuto di posare la zampina per più o meno 2/3 del diametro e circa 1/3 deve rimanere libero, le unghie non devono pendere; i posatoi secondari devono essere di diametro diverso più largo e più fine, anche irregolari);
  3. Malattie infettive e tumorali (alcuni organi interni ingrossati premono su centri nervosi);
  4. Cattiva alimentazione e/o intossicazione (che provocaingrossamento di organi interni), rachitismo;
  5. Traumi con coinvolgimento del sistema nervoso centrale;
  6. Vita troppo "sedentaria" senza possibilità di volo libero, imprigionamento in gabbia troppo piccola.

In assenza di un veterinario di fiducia, nelle condizioni domestiche, le cure potrebbero essere seguenti:

1. Allestimento della gabbia con posatoi dai rami di alberi; se il pennuto è malridotto, deve essere spostato in una gabbietta infermieristica arredata secondo la gravità del caso.

2. Bagnetti per le zampine (pediluvi) in acqua calda a 40° circa (l'acqua al tatto deve essere calda però non deve bruciare) con aggiunta di bicarbonato di sodio (per 200 ml d'acqua vanno circa 1-2 o più cucchiai di bicarbonato di sodio, la concentrazione può essere diversa in dipendenza dal caso), di durata di 5 – 10 minuti, per 1 o 2 volte al giorno (anche una sola volta al giorno può avere effetti benefici). Dopo il bagnetto, le zampine vanno massaggiate per 5-10 minuti con una crema o con un gel naturale che stimola la circolazione sanguigna, è molto buono il gel contenente il principio attivo Troxerutina (venduto in Italia sotto il nome commerciale Venolen). Dopo il massaggio, i residui della crema devono essere accuratamente rimossi con un tovagliolo per evitare una possibile intossicazione. Dopo il massaggio, il pennuto dovrebbe essere messo sotto una lampada riscaldante (una lampada da tavolo adibita con una lampadina a spirale di “vecchio” modello, cioè non economia, di 40-60 WT, o una lampada professionale; non devono assolutamente essere usate lampade ultraviolette, da rettili, contenenti gas tossici, ecc), per tre o quattro ore, il pennuto deve avere la possibilità di spostarsi all'ombra se sentisse troppo caldo o se fosse stanco dalla luce.
Nei primi 3 giorni si può eseguire massaggi con una pomata cortisonica oftalmica, eleminando accuratamente ogni traccia della pomata dopo il massaggio.
La pomata stimolante della circolazione si usa fino al miglioramento dei sintomi.
Bagnetti e massaggi non possono essere fatti se sono presenti ferite, bolle con pus, infiammazioni, piaghe. Se la zampina è rilassata e l'uccellino la trascina (paresi) bisogna verificare che non si tratti di un trauma grave come rottura o dislocazione - quando ogni manipolazione può solo povocare ulteriori danni.

3. Regolarizzazione del regime alimentare: negli uccelli granivori vanno eliminati tutti i cibi potenzialmente tossici dalla dieta – gli estrusi/ i pellettati / le crochette e gli altri cibi non freschi industriali confezionati, compreso pastoncini colorati; va equilibrato e/o introdotto l'apporto di gastroliti, sali minerali, oligoelementi, semi e vegetali freschi ricchi di sostanze nutritive e vitamine. I carnivori sono più resistenti al regime alimentare snaturato, però quando ci sono problemi conviene regolarizzarlo.  In tutti gli uccelli va controllato l'apporto vitaminico (ipervitaminosi e ipovitaminosi sono ugualmente dannosi), la composizione delle vitamine già somministrate (gli aminoacidi e le altre sostanze aggiuntive simili provocano intossicazioni); l'apporto di iodio (in un pennuto sano potrebbe svilupparsi intossicazione in caso di somministrazione continuativa dei prodotti con aggiunta di iodio). Vanno somministrati stimolanti e regolatori del metabolismo e del sistema immunitario, prodotti purificanti e rinforzanti per il fegato (attenzione alle truffe: i prodotti veramente disintossicanti non contengono né proteine, né aminoacidi, né carnitina, né alcol, né vitamine sintetiche aggiuntive). Se il pennuto si alimentava con degli estrusi o con altro cibo industriale vitaminizzato o proteinizzato, potrà essere utile una dieta disintossicante riabilitativa.

Se il pennuto abbia avuto dei traumi, cadendo o sbattendosi contro oggetti, un veterinario può prescrivere farmaci umani stimolanti del sistema nervoso centrale.
In alcuni casi il miglioramento è immediato, in altri possono essere necessari fino a mezz'anno di trattamenti, talvolta, purtroppo, non aiuta niente e in questo caso il pennuto va tenuto in una gabbia separata allestita secondo le sue necessità.

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Calli - Danni da posatoi di plastica - Danni da posatoi inadeguati

I posatoi inadeguati e lo spazio scarso per il movimento a lungo andare possono causare arrossamenti e infiammazioni della pelle dei piedini, calli, piaghe, crescite patologiche di tessuti, ferite; le unghie possono diventare troppo lunghe; nei casi più gravi si arriva alla paralisi delle zampine e/o alla cancrena. In natura, tante specie di pappagalli e in particolare gli Ondulati passano tanto tempo per terra - cercando il cibo, volando - spostandosi per parecchi chilometri di distanza, e non affatto su rami di alberi, dove vanno a riposare nelle ore pomeridiane e di notte; invece in cattività sono costretti a passare la maggior parte di tempo seduti sui posatoi negli spazi ben ristretti. I posatoi inadeguati provocheranno inevitabilmente dei danni gravi. 

Solitamente, i danni ai piedini sono causati da: posatoi di plastica di qualsiasi forma e diametro, posatoi principali di diametro troppo grande o troppo piccolo, pochi posatoi in gabbia o in voliera, posatoi tutti uguali, posatoi lisci e scivolosi, posatoi "limaunghie" (in quanto decorticano la pelle provocando microferite e "aprendo la porta" agli agenti infettanti).

Le regole principali per scegliere posatoi:

- Evitare tutti i posatoi di plastica, sostituendo elementi di plastica su legno nelle altalenine, negli specchietti, ecc.;

- I posatoi principali di una gabbia, al minimo 2-3, devono essere di legno o di rami di alberi e devono permettere al pennuto di posare la zampina per più o meno 2/3 del diametro e circa 1/3 deve rimanere libero, le unghie non devono pendere ma devono toccare il posatoio. La superficie non deve essere scivolosa. I posatoi secondari devono essere di diametro diverso più largo e più fine e anche di forma irregolare - per garantire la libertà di scelta dove posare le zampine e per soddisfare bisogni personali dei volatili.

I posatoi vanno lavati e cambiati spesso.

Gli arrossamenti della pelle, i calli semplici e le dita storte da dietro in avanti possono essere curati in casa, faccendo massaggini con un olio, pediluvi e sostituendo i posatoi che hanno provocato il danno. Invece se si tratta di piaghe, ferite, rigonfiamenti, bolle con pus, inspessimenti, ecc., è indispensabile un'operazione chirurgica professionale. E' meglio prevenire questi danni che curarli.

Alcuni esempi di danni da posatoi sbagliati negli Ondulati:

1. Una Cocorita "scarto" di un allevamento usata come riproduttrice e buttata via quando non serviva più, da me aquistata all'incirca nel 2006 in una fiera, l'età sconosciuta, ha imparato a volare bene (facendo manovre) solo nel febbraio 2012 dopo anni di trattamenti riabilitativi (chi lo poteva immaginare!); invece un ditino rimane piegato in avanti quando l'uccellina sta su alcuni posatoi (sulle superfici piane il ditino è volto all'indietro) a causa di una crescita sotto il piedino, la quale non si aggrava nel tempo però per ripristinare la piena funzionalità della zampinala questa ricrescita dovrebbe essere rimossa chirurgicamente. Anche sull'altra zampina è presente una ricrescita in forma allungata che pare che rimanga stabile nel tempo, analisi hanno rivelato che non si tratta di virus (virus di herpes e di pappiloma possono causare danni simili).
Foto di qualche anno fa (le piume che si vedono sporgere disordinate segnalano problemi con la salute generale, in questo caso il problema è la Podagra/Gotta nello stadio iniziale):



Foto del Marzo 2012:





Posatoio che permette una posizione "normale":


Foto dei piedini del gennaio 2013:




2. Cocorita (Huanita) comprata nel settembre 2011 in un negozio di animali (alcuni materiali su come era e come diventata dopo la riabilitazione sono presenti nelle pagine del blog e nella pagina FB), l'età sconosciuta, al momento dell'acquisto Huanita presentava la pelle dei piedini arrossata, con un inspessimento infiammato su una delle zampine, con sopra una ferita coperta/riempita di escrementi. Dopo 5 mesi di trattamenti riabilitativi non stringeva bene le dita della zampina, la ferita si è cicattrizzata quasi tutta però non del tutto ancora. Anche in questo caso ci vuole un intervento chirurgico per risolvere definitivamente il problema.

Foto del Settembre 2011 (appena portata dal negozio):


 Foto del Marzo 2012:



Situazione al febbraio 2013 (i ditini ormai riescono a stringere bene):





3. Una cocorita con danni molto gravi - con le piaghe aperte e l'osso sottostante in vista, è morta tra le mani del suo proprietario che mi aveva chiesto aiuto non avendo possibilità economiche per pagarsi un veterinario aviario (troppo tardi purtroppo per le mie capacità di intervento); le ferite derivano da posatoi di plastica, la cocorita le ha avute nell'arco di pochi mesi dopo l'acquisto (secondo il racconto del proprietario, all'inizio la pelle era diventata rossa, dopo sono apparse le vesciche che si sono trasformate in piaghe, si presume che la causa della morte è stata un'infezione derivante dalle piaghe cancrenose).




Esempio di un posatoio principale adeguato:



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Lo stato delle zampine va controllato spesso per poter intervenire tempestivamente con i primi segni di danni (l'arossamento, l'appiattimento). I principianti potrebbero avere problemi nel tenere le loro cocorite nelle mani e nel maneggiarle, la foto seguente ritrae un metodo semplice ed efficace di controllo delle zampine. 


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Il famossissimo veterinario-scienziato australiano Dr. Ross Perry mostra posatoi adatti per piccoli uccellini domestici: rami di alberi dal diametro diverso


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Podagra/Gotta nei pappagalli e piccoli uccellini granivori e insettivoro-granivori

Podagra/gotta è una malattia metabolica non infettiva la quale nella maggior parte dei casi deriva dal regime alimentare sbagliato – equilibrato in modo inadeguato e/o troppo ricco di proteine. Più raramente, la podagra è conseguenza di altre malattie o disturbi o di intossicazioni.
La malattia consiste nell'incapacità dell'organismo di metabolizzare correttamente il cibo ed espellere regolarmente i prodotti derivati; nello stadio avanzato nei tessuti del corpo, negli organi e intorno alle articolazioni si formano cristalli di acido urico; nei reni possono formarsi calcoli di acido urico con danni irreversibili.
I sintomi iniziali sono: la quantità maggiore al dovuto di sali urici negli escrementi (più di 1/3), la patina chiara intorno agli escrementi; con l'avanzare della malattia si notano piume coperte di pasta chiara opaca o di cristalli intorno alla cloaca, pezzettini bianchi sul piumaggio introno alla cloaca. Il controllo quotidiano degli escrementi aiuta a notare in tempo i primi segni della malattia e di attuare azioni mirate correttive, curative e riabilitative.
Tra i sintomi visibili all'occhio nello stadio avanzato, non sempre presenti, possono esserci rigonfiamenti del colore chiaro, talvolta con evidenti vasi sanguigni, sulla pelle e/o introno alle articolazioni e/o tendini. Dal momento della prima apparizione delle crescite intorno alle articolazioni, il volatile, se non trattato adeguatamente, può morire in arco di soli 4-5 giorni se si tratta della forma acuta della malattia. Spesso, le crescite esterne sono accompagnate anche da quelle interne, invisibili all'occhio.
Nei casi molto trascurati si osservano sete acuta, feci abbondanti e liquide che con tempo diventano diarrea e che possono essere integramente del colore chiaro è presentarsi come panna; la cloaca infiammata, ripetuti cambi dell'umore e dell'appetito. In casi molto avanzati è consigliabile l'eutanasia indolore del pennuto ammalato, allo scopo di non farlo vivere il resto della vita nelle sofferenze di dolore.
Tra altri sintomi possono essere presenti i soliti segni di malessere – poca vivacità, peggioramento della capacità di volare, arruffamento, spossatezza, ecc.

Spesso, i principianti si accorgono della malattia solo quando notano che il loro beniamino zoppica e soffre molto dai dolori, quando vedono grandi gonfiori e arrossamenti sulle articolazioni delle zampine o delle ali – quando le possibilità di guarigione completa sono già assai basse.

Anche l'uomo soffre dalla podagra/gotta che è quasi sempre il risultato dell'alimentazione sbagliata e dello stile di vita, in particolare nei casi di consumo frequente della carne e di altri prodotti ad alto carico proteico, compresi i prodotti proteici integrativi per sportivi, nelle condizioni di attività fisica poca o insufficiente in paragone con il consumo di alimenti proteici. Anche nei volatili d'affezione granivori e nei volatili che seguono l'alimentazione mista diventando insettivori in alcune stagioni la causa più frequente in assoluto è l'eccesso di proteine nella dieta. Purtroppo, sembra che ci siano ancora tanti allevatori ingenui che si fidano delle belle pubblicità dei produttori di mangimi e credono di fare bene ai propri beniamini somministrando pastoncini industriali precotti carichi di proteine di provenienza ignota e/o di aminoacidi puri. “Facendo un pastoncino naturale in casa è impossibile raggiungere la concentrazione di proteine industriale”, - dicono, e dopo si lamentano che falliscono nel riprodurre i loro volatili, e le loro foto ritraggono povere bestioline in forma fisica assai carente e poco invidiabile. L'alta concentrazione di proteine e di aminoacidi possono provocare collasso di organi e la morte nell'immediato o precoce dei volatili, senza parlare di disfunzioni metaboliche e crollo del sistema immunitario. Negli allevamenti industriali di volatili a scopo di alimentazione umana si usano concentrati di proteine, ormoni provocanti la maturazione sessuale precoce e sostanze dopanti perché la vita di questi volatili è brevissima – cresciuti e uccisi – mangiati anche se malformati e malati. Usare le stesse tecniche di allevamento nei volatili d'affezione che devono vivere una lunga vita è alquanto irragionevole – è ovvio che s'ammalano e muoiono da giovanissimi.
L'uso di proteine animali nei volatili e negli animali che non li mangiano in natura provoca non solo la podagra ma anche le malattie conosciute con il come “malattie da prioni” (encefalopatia spongiforme) . Tutti abbiamo sentito del morbo della “mucca pazza” causato dall'alimentazione snaturata – cioè dalla somministrazione di proteine animali alle mucche, invece nei volatili una simile malattia è stata osservata negli struzzi, sempre a causa delle proteine animali aggiunte a mangimi. I volatili d'affezione non sono stati ancora studiati, però, ovviamente, si può presumere che i problemi sono gli stessi. Le proteine animali sicure per volatili d'affezione granivori o granivori/insettivori sono uova (si può presumere che in natura a volte le mangiano introducendosi nei nidi altrui) e insetti adatti alla specie.

Le cause principali della podagra nei volatili d'affezione granivori o granivori/insettivori sono:
  • Sovralimentazione;
  • Obesità;
  • L'alimentazione troppo ricca di proteine (uso continuo di semi ad alto carico di proteine, pastoncini integrativi proteici, uso di prodotti industriali contenenti proteine o aminoacidi puri –  tra cui multivitamine, polveri integrative, prodotti “disintossicanti” o “per una muta migliore”, ecc.);
  • Uso di proteine animali (carne, pesce, conserve, farina di carne, latte, yogurt, ricotta, formaggi), di plasma o di sangue animale lavorato (possono essere presenti nei prodotti industriali come crocchette e indicati sull'etichetta come “proteine” senza ulteriore specifica);
  • Uso di insetti del tipo sbagliato per la specie e/o nelle stagioni sbagliate; uso di insetti nelle specie che non si nutrono di insetti;
  • Uso eccessivo di uovo bollito di gallina come integratore – tra le proteine animali l'uovo in alcune occasioni è un integratore eccezionale però la somministrazione eccessiva provoca disfunzioni e malattie;
  • Uso di proteine in polvere o concentrate senza ridurre la concentrazione a dovere (il sovraddosaggio è frequente);
  • Selettività del volatile nella scelta del cibo (mangia solo i semi preferiti e non la razione giornaliera di semi diversi – ciò accade quando la miscela è somministrata in modo incontrollato senza razionarla giornalmente);
  • Le razioni giornaliere del cibo equilibrate senza prendere in considerazione i bisogni singolari sia immediati sia a lungo termine; uso della stessa alimentazione nei novelli, nei giovani, negli adulti e negli anziani; l'alimentazione sempre uguale senza rispettare le stagioni;
  • Uso dei prodotti che i volatili non mangiano in natura (per esempio, uso della soia e dei derivati nei pappagalli; l'uso di nocciole, noci, mandorle, ecc. in piccoli pappagalli o in piccoli passeriformi);
  • Somministrazione dei prodotti usati nell'alimentazione dell'uomo: cibi cotti, fritti, conservati, salati, conditi; pane, biscotti, latte, formaggio, carne, ecc.;
  • Uso troppo frequente di pappe e di semi e pastoncini cotti nella dieta di volatili sani; uso di vegetali cotti o surgelati al posto di vegetali freschi appena raccolti;
  • Uso incauto di piante tossiche o potenzialmente tossiche (Aglio, Cipolla, Borragine, Senecio, Soia, Leguminose, ecc.; erbe profumate come Basilico, Origano, Prezzemolo, Rosmarino, ecc.);
  • La quantità eccessiva del calcio assimilabile nella dieta;
  • Quantità insufficiente del fosforo assimilabile nella razione di cibo quotidiana;
  • Sovraddosaggio della vitamina D3 sintetica (la vitamina D3 entra in composizione di solite multivitamine aviarie e di prodotti industriali confezionati, a volte è aggiunta a miscele di semi in forma di granuli o come componente di grasso con il quale coprono semi di scarsa qualità per farli diventare più presentabili e per rallentare la crescita della muffa);
  • Equilibrio sbagliato tra il calcio, il fosforo e la vitamina D3 (una ricerca accurata e dettagliata specie per specie con definizione dei valori precisi non è stata ancora effettuata però esistono già alcune teorie) - per permettere al veterinario un calcolo relativo si deve compilare diario accurato sulla dieta quotidiana e sul modo di vita dei volatili;
  • Uso eccessivo di lieviti (come integratore singolare delle vitamine del gruppo B o come componente di altri prodotti);
  • Uso di glucosio o di altri zuccheri;
  • Uso sbagliato o eccessivo delle vitamine sintetiche, come integratori singolari o come componente di altri prodotti (solitamente, le etichette dei prodotti incitano al consumo spropositato che porta all'intossicazione cronica);
  • Uso di mangimi mal equilibrati o mescolati male dal produttore;
  • Uso di prodotti industriali lavorati confezionati dal contenuto incontrollabile;
  • Eccesso di bicarbonato di sodio nella dieta (il bicarbonato entra in composizione di sali da bagno e in alcuni prodotti industriali confezionati);
  • Uso di acque imbottigliate diuretiche, uso di farmaci diuretici;
  • Uso dell'acqua con aggiunta di cloro o di fluoro;
  • Uso di antibiotici o di altri farmaci o preparati che danneggiano il fegato e i reni con conseguente compromissione del metabolismo.
 L'acqua imbottigliata troppo mineralizzata aggrava l'effetto devastante di altre sostanze, perciò quando si sospettano problemi metabolici, l'acqua va scelta molto accuratamente.
Nella maggior parte dei casi la podagra/gotta può essere descritta come una malattia degli uccelli che mangiano tanto o mangiano sbagliato e si muovo poco.

Gli uccellini adulti e anziani dalla corporatura robusta sono maggiormente soggetti alla malattia, perciò la loro dieta deve essere particolarmente curata e scrupolosamente controllata e le attività motorie come il volo vanno stimolati. Appena un uccello ingrassa un po' o peggiora la capacità di volo (velocità, acrobazie aeree), si deve subito procedere diminuendo o eliminando semi grassi e proteici (per un periodo di tempo limitato per non causare carenze), equilibrando diversamente i semi nella miscela, aumentando l'apporto di vegetali freschi e aumentando le ore di volo controllato (fisioterapia).

I bisogni personali di ogni singolo volatile possono essere molto diversi dalla media, perciò tali uccelli vanno tenuti in gabbie o voliere separate da altri loro simili perché, se messi insieme al gruppo, tendono di ammalarsi di nuovo. I gruppi diversi di volatili possono essere riuniti nelle ore di volo libero, facendo cura che mangino i pasti principali in separata sede – ognuno il suo.

A causa di copiatori che usano materiali, pubblicazioni e consigli (telefonici, via internet e schede di allevamento ancora non pubblicate però distribuite nella sede privata) della COCORITA GIULIVA senza indicare la fonte e attribuendosi tutti i meriti, per adesso è stato deciso di non pubblicare consigli su trattamenti di sostegno e riabilitativi nei volatili affetti dalla podagra/gotta.

(La foto ritrae masse chiare di sali urici intorno alla cloaca in una cocorita di età sconosciuta affetta dalla podagra/gotta in forma non molto grave; l'uccellina è stata comprata già malata e nell'arco di ormai parecchi anni riceve trattamenti riabilitativi non farmacologici, ogni eccesso alimentare causa immediatamente escrezione aumentata di sali urici come ritratto nella foto; la malattia può essere tenuta sotto controllo tramite dieta personalizzata)


(La stessa uccellina nella fase di aggravamento)
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DEGLI ACARI OPPURE PERCHÉ POTREBBE ACCADERE CHE IN SEGUITO AI TRATTAMENTI ANTIACARO I VOLATILI POTREBBERO AMMALARSI O MORIRE E GLI ACARI RIMANERE VIVI E VEGETI




Gli acari preoccupano molto tantissimi allevatori e proprietari di volatili d'affezione domestici. Tra i materiali presenti sull'internet si osserva una certa fobia degli acari e l'ossessione di “curare” i volatili che non ne hanno bisogno o di compiere azioni farmacologiche ritenute “preventive”. Parecchi allevatori hanno enormi difficoltà di eliminare eventuali infestazioni per il semplicissimo motivo di mancata disinfestazione delle gabbie e dei locali – la sola applicazione o somministrazione di farmaci (pesticidi) ai volatili è insufficiente, ripetute senza procedure di disinfestazione non fanno altro che danneggiare la salute dei volatili e far proliferare gli acari sui volatili indeboliti da pesticidi.


Nell'agricoltura intensiva i pesticidi si usano ormai da anni, gli amanti della natura denunciano che questi pesticidi hanno ucciso non soltanto insetti ma hanno anche drasticamente ridotto la quantità di piccoli uccellini come cardellini, ciuffolotti, ecc., uccidendo in massa anche loro, insetti invece ormai hanno elaborato la resistenza ad alcuni tipi di pesticidi. A causa dell'uso spropositato e non motivato allo scopo “preventivo” al posto delle cure mirate, la resistenza è comparsa anche nelle pulci e zecche di cani e gatti, in acari e pidocchi umani, in acari e pidocchi dei volatili.

Tutti i farmaci contro acari, pidocchi, pulci e zecche sono pesticidi (tra i più famosi: l'Ivermectina, il Piretro, i Piretroidi, il “Frontline”), alcuni pesticidi si usano anche contro infestazioni da vermi e come ratticida. Nell'uomo e negli altri animali compreso i volatili, nel caso di sovraddosaggio (il limite di sopportazione è personale e varia in dipendenza dallo stato di salute) i pesticidi possono provocare lesioni epatiche e renali, la paralisi dei centri nervosi e persino la morte. Negli anni passati, si verificavano abbastanza spesso dei casi di intossicazione nell'uomo, anche con l'esodo mortale, a causa di sostanze pesticida contenuti in alcune Margherite come Tanaceto (Chrisanthemum vulgare) e Piretro (Chrisanthemum cinerariafolium), usati una volta in medicina popolare come vermifugo e abortivo, e anche in cucina come erbe aromatiche. Le Margherite contenenti la Piretrina si usano fino ad oggi per la produzione di pesticidi professionali e di antielmintici, i mazzetti di fiori essiccati si usano come efficace repellente contro alcuni insetti che tendono a invadere le case.


In natura, gli uccelli usano fare bagnetti di polvere di terra o di sabbia per liberarsi dagli insetti infestanti. Nelle condizioni domestiche, ai volatili va offerto il bagno a secco di sabbia con aggiunta di zolfo e di cenere di legno (come in campagna lo si prepara per il pollame) almeno una volta a settimana. Sarebbe meglio tenerlo sempre in disposizione però anche una sola volta a settimana è meglio che niente.

In caso di infestazione, a volte le cure possono essere non invasive, cioè senza uso di farmaci-pesticidi sui volatili con la sola disinfestazione accurata della gabbia e dell'ambiente, e a volte invasive – con applicazione di pesticidi sui volatili.

La disinfestazione significa l'applicazione del prodotto pesticida nella concentrazione minima efficace sulle superfici accuratamente lavate oppure lavate e disinfettate (gli acari si nascondono sotto lo sporco, perciò l'applicazione di un disinfestante sopra lo sporco non serve a gran che), prive di residui dello sporco, dei detergenti e dei disinfettanti. L'osso di seppia, sassi minerali, gastroliti, posatoi, giocattoli di legno e di corde, oggetti spaccati o con crepe si buttano via durante ogni procedura di disinfestazione, in quanto vi potrebbero nascondersi acari o esserci uova.

Per chi non lo sapesse, la disinfezione significa l'eliminazione di batteri, virus e funghi potenzialmente nocivi e nocivi, la sterilizzazione vuol dire l'eliminazione di tutta la microflora sia benefica sia nociva. Per disinfettare si esegue l'applicazione del prodotto disinfettante nella concentrazione giusta per il singolo caso e per il tempo necessario sulle superficie accuratamente lavate e prive dei residui dello sporco e del detergente. Tramite la disinfezione gli acari non si eliminano. Lo sciacquo finale con acqua bollente aiuta a completare sia la disinfezione sia la disinfestazione. Le pulizie ordinarie con uso di un elettrodomestico a vapore a 100° è molto utile. Negli allevamenti è consigliabile la pulizia con un'idropulitrice ad acqua bollente.
Durante la disinfestazione della gabbia o della voliera, i volatili vanno spostati in un'altra gabbia che dopo il ritorno nella gabbia o voliera principale va a sua volta accuratamente disinfestata.

La accurata disinfestazione della gabbia e dell'ambiente circostante generalmente si effettua a ripetizione ogni 8-10 giorni, in dipendenza dal tipo di infestazione e dalla temperatura dell'ambiente, la tempistica va cambiata in dipendenza dal ciclo vitale del parassita – la generazione nuova uscita dalle uova deve essere uccisa prima di depositare a sua volta delle uova nuove (le uova sono insensibili a maggior parte di pesticidi). Per eliminare la maggior parte di infestazioni bastano 2 procedure; se non sono state risolutive, vuol dire che sono stati commessi errori nella pianificazione dell'intervento e nell'esecuzione.

Per il tempo di tre-quattro settimane dopo al trattamento, i volatili non devono avere accesso agli ambienti a rischio di infestazione (se l'uccello volava in casa, non lo deve fare), per evitare la reinfestazione dall'ambiente. In questo periodo conviene pulire la casa con un elettrodomestico a vapore a 100° (in particolare, le tende, i divani, le poltrone, i tappetti, ecc), di esporre gli oggetti il più possibile alla luce solare e di sistemare dei repellenti e pesticidi naturali nei punti critici. La disinfestazione di tutta la casa solitamente non serve, i locali dell'allevamento, invece, devono essere trattati per intero, spostando i volatili altrove durante la procedura.

Per la disinfestazione della gabbia e dell'ambiente va usato un prodotto forte, per esempio, può essere usato il “Fortecid”, il "Neguvon", la Piretrina o Permetrina nella formulazione per ambienti, o altro prodotto mirato da sciogliere nell'acqua indicato da un veterinario specializzato in animali d'affezione (attenzione! i simili prodotti non vanno usati per trattare i volatili!). Le istruzioni d'uso si indicano sull'etichetta di ogni prodotto. Dopo il trattamento, la gabbia e le superficie vanno accuratamente sciacquate, per evitare possibile intossicazione con residui rimanenti. I tanto pubblicizzati bombolette-spray e fumiganti per la disinfestazione dell'ambiente presenti in commercio sono per lo più inefficaci, usando queste bombolette non si deve dimenticare di sciacquare accuratamente la gabbia e le superfici frequentate dai volatili per prevenire intossicazione. Gli spray non devono essere spruzzati in presenza di uccelli.
Una volta, prima dello sviluppo dell'industria chimica, per disinfestare gli ambienti si usavano infusi e decotti fortemente concentrati di piante dal potere insetticida come Piretro, Tanaceto, Assenzio (Artemisia absinithum), Santolina (Santolina cyparissus), le stesse piante si piantavano intorno agli allevamenti o si mettevano nei vasi sui davanzali delle finestre, mazzetti secchi si appendevano un po' dappertutto e persino venivano bruciati a mo' di fumiganti. Nei materiali di ricerca ornitologica si trovano informazioni queste piante sono state trovate nei nidi di volatili diversi.

L'applicazione dei pesticidi sui volatili va eseguita dopo un ciclo immunostimolante rinforzante della salute generale, l'applicazione va eseguita in corrispondenza con la disinfestazione accurata della gabbia e dell'ambiente circostante, solitamente per risolvere i problemi bastano 2 applicazioni intervallate da 9-10 giorni o ad altra cadenza con rispettive disinfestazioni. Sui volatili possono essere praticati al massimo 3 trattamenti pesticida consecutivi; in caso di fallimento della cura, dopo avere chiarito le cause dell'insuccesso, la si può ripetere o tentare una nuova dopo circa 5-6 mesi nell'arco dei quali si effettuano trattamenti salutari disintossicanti e immunostimolanti e trattamenti in base di zolfo, cenere di legno e altri prodotti naturali. Trattamenti con prodotti naturali (immersione in infusi o decotti, nella polvere di piante) possono essere eseguiti più di frequente, sempre con dovuta cautela.
Durante i trattamenti la naturale integrazione vitaminica è utile: polline e propoli (che sono multivitaminici naturali), olio di fegato di Merluzzo (vitamina A), lievito (vitamine del gruppo B), semi germogliati (vitamina E). Tra le vitamine sintetiche possono essere usate formule ornitologiche senza aggiunta di aminoacidi (i quali non sono del tutto sicuri) e senza vitamina D3 se i volatili ricevono bagni di sole (la vitamina D3 si forma normalmente nell'organismo esposto alla luce solare). Le vitamine sintetiche si usano esclusivamente in presenza di segni di carenza, dopo avere valutato lo stato di salute generale e la funzionalità del fegato (non sono un prodotto sicuro e innocuo).
Durante e dopo la somministrazione di pesticidi, i volatili devono avere una dieta ricca di prodotti purificanti e rinforzanti del fegato, come Tarassaco, Carciofo, Cardo, ecc., freschi o secchi in forma di infusi o come integratori ai pastoncini; l'estratto di Cardo Mariano pare di avere qualità salutari notevoli (basta che non sia a base alcolica e senza vitamine aggiunte).

Si deve rispettare scrupolosamente il dosaggio dei farmaci-pesticidi, calcolato in base del peso del volatile, i pesticidi sono sostanze al altissimo potere tossico: 1 goccia può dare effetti risolutivi invece 2 possono causare la morte; una spruzzata può essere insufficiente, due risolutive e tre portano all'esodo tragico nell'immediato o a lungo termine.
Tra i pesticidi usati nei volatili a minore tossicità sono: fiori di Piretro e Assenzio, Piretrina (polvere o estratto), Piretroidi (prodotti di sintesi) tra cui Permetrina (ovvero Piretrina sintetica), Ivermectina (“Ivomec”, “Ecomectin”), Moxidectina (“Cydectin”), Selamectina (“Stronghold”). L'uso di Fipronil ("Frontline”) può non portare risultati desiderati ed è collegato con aumento della mortalità e delle malattie, con la diminuzione della durata di vita dei volatili trattati, l'uso va limitato solo ai casi di estrema necessità. I preparati come Malathion, Carbaryl, Rotedone sono da evitare a causa della spiccata tossicità. L'Aglio – pesticida naturale – è da evitare perché nei pappagalli e in alcuni altri volatili d'affezione l'Aglio provoca intossicazione, alcuni veterinari aviari l'hanno persino classificato come velenoso.

La Piretrina e i Piretroidi si usano in polvere (sistemando l'uccello in un sacchettino riempito di polvere e lasciando fuori solo la testa) ed entrano in composizione di alcuni spray, invece gli altri sunnominati sono formulati per applicarli sulla pelle attraverso la quale vengono assorbiti dall'organismo. Nei volatili è sicuro l'uso di polvere contenente Piretrina al 0,5%. Immersioni in acqua addizionata da pesticidi sono da riservarsi esclusivamente alle persone molto preparate in quanto la giusta esecuzione può risultare troppo difficile perché l'acqua non deve venire a contatto con gli occhi, le orecchie e la bocca.
Le iniezioni e le somministrazioni orali di preparati concentrati vanno evitati in quanto causano maggiori danni e complicazioni senza apportare alcun beneficio alla cura (nei piccoli e medi volatili le iniezioni possono portare all'esodo mortale).
I pesticidi sono devastanti per la salute dei volatili, per questo non vengono assolutamente usati nei debilitati o malati. Prima di usarli si prepara un piano generale di intervento e di verifica dei risultati.

I sintomi derivanti dall'infestazione come prurito potrebbero non scomparire subito ma solo dopo 10 giorni o persino dopo due settimane o di più dal trattamento, il resoconto finale si fa dopo 30-40 giorni. Per la riabilitazione completa e la scomparsa dei danni dermatologici e del piumaggio potrebbero essere necessari dai tre mesi a un anno di tempo.

Le istruzioni d'uso di alcuni spray e preparati pesticida consigliano la somministrazione prolungata dei loro prodotti, ogni tot di giorni, addirittura per anni (sic!), ovviamente, tali prodotti sono da evitare in quanto già dalle istruzioni emerge la mancata efficacia (la necessità di uso ripetuto all'infinito), o sono da usare solo sotto la guida di un veterinario o di un consulente non superando 2-3 applicazioni consecutivi. Come pare, gli acari sviluppano resistenza ai preparati ad azione residuale o metabolizzati a lungo - è un altro motivo per non abusarne e non usarli invano.

Nell'allevamento dei volatili a consumo umano, i trattamenti sono più intensivi perché questi volatili non devono vivere a lungo e a nessuno interessa il loro stato di salute e la durata di vita (vengono uccisi all'età di 6 mesi – 1 anno), perciò sono assolutamente da evitare nei volatili d'affezione.

Alcuni veterinari disonesti o malpreparati somministrano pesticidi agli uccelli senza fornire istruzioni sulla disinfestazione della gabbia e dell'ambiente, così che i volatili non riescono a guarire a causa di continua reinfestazione. Occhio! La disinfestazione ben eseguita è la chiave della pronta risoluzione, i farmaci da soli non bastano.

E' sempre meglio avvalersi della guida di un veterinario aviario preparato per effettuare trattamenti pesticida personalizzati dei volatili d'affezione, o, anche soltanto per avere un soccorso urgente idoneo nei possibili casi di malessere post-trattamento. Nelle infestazioni complicate o quando si tratta di sovrapposizione delle problematiche di vario tipo, l'intervento specialistico professionale è semplicemente indispensabile.

La sintomatica di infestazione da acari (piumaggio danneggiato, ricrescite) spesso assomiglia ai sintomi di malnutrizione (carenze o eccessi nutrizionali), di infezioni fungine, batteriche e virali; di intossicazione da vitamine sintetiche, da iodio, da proteine e aminoacidi aggiunti ai prodotti, da conservanti che spesso non si indicano sull'etichetta dei prodotti industriali, da miscele di semi confezionati in “atmosfera protettiva” con uso dei gas conservanti o troppo vecchie o malconservate, di intossicazione da vegetali di grande distribuzione trattati con solfiti o coperti con cere o gommalacca o sottoposti ad altri trattamenti chimici (sverdinamento, concimazione chimica intensiva in fase della coltivazione), da prodotti industriali (estrusi, pelletati, crocchette, biscottini, bastoncini con semi caramellati, ecc.), da cibo umano (pane, latte, formaggio, conserve tra cui quelle per l'infanzia, ecc.), da sale da cucina (il quale, nonostante altamente tossico per la maggior parte di volatili allevati in cattività, va aggiunto in alcuni prodotti ad uso ornitologico, in particolare ai preparati per acqua da bagno), da pesticidi e/o altri farmaci o sostanze. Anche l'accudimento sbagliato può provocare gli stessi sintomi, per esempio, se mancano o sono insufficienti procedure acquatiche, con l'esposizione ai fumi o vapori della cucina o con la posizionamento della gabbia vicino a stufe o termosifoni in funzione. Talvolta persino veterinari con esperienza hanno bisogno di effettuare analisi (prelievo di tessuti e di piume/penne) e di avvalersi dell'aiuto di un parassitologo per proseguire con la diagnosi.


Le persone inesperte hanno tendenza di buttarsi a “curare” i loro volatili “contro acari” senza avere alcuna certezza dell'esistenza dell'infestazione reale, tanti si fidano ciecamente di consigli assurdi e contrari ad ogni logica di altri inesperti, in particolare quelli presenti sull'internet, prendendo sul serio consigli deliranti come quelli di usare disinfettanti al posto di disinfestanti, di spalmare le zampine con una quantità non dosata di pesticida al posto di somministrare una sola goccia prevista dal produttore, di usare quattro gocce di pesticida al posto di una, di applicare una goccia di pesticida ricavato da uno spray o di applicare lo spray liberamente sulle zone colpite tramite un pezzetto di cotone imbevuto, di aggiungere disinfettanti come Candeggina o Lisoformio all'acqua per bagnetti (il che serve solo per intossicare, mutilare o avvelenare i volatili – ricordando che i disinfettanti non sono efficaci contro parassiti e svolgono azione disinfettante solo quando sono in concentrazione prevista dal produttore e applicati sulle superficie pulite e per il tempo minimo indispensabile per uccidere batteri e virus nocivi; il Lisoformio è un prodotto altamente tossico di dubbia reputazione in quanto non è reperibile la scheda tecnica professionale corrispondente alla legge sull'igiene, quella disponibile non è altro che pubblicità di vanto non confermata da dati concreti indispensabili per usare il prodotto – come l'elenco di agenti infettanti sensibili e la concentrazione e il tempo necessari per l'eliminazione di ognuno). Si deve diffidare anche dei consigli contenenti false affermazioni di innocuità di pesticidi e di sicurezza dei dosaggi ripetitivi – spesso tali consigli provengono da rivenditori dei prodotti che così si fanno pubblicità e aumentano le vendite invogliando all'acquisto persone in difficoltà. Tutti i consigli presenti sull'internet, compreso il presente, vanno verificati almeno dal punto di vista della logica.

L'unica prevenzione antiacari è la buona pulizia, le cure quotidiane adeguate e gli interventi tempestivi correttivi ambientali anche con uso di repellenti e pesticidi. Gli acari tendono a proliferare nei luoghi dove non giunge la luce solare, malventilati, sporchi e umidi. Mettere delle gocce pesticida sugli uccelli all'inizio della stagione con fantasioso scopo di prevenzione non ha nulla in comune con la prevenzione ma rende i volatili più fragili e più vulnerabili per le malattie e per le infestazioni, abbrevia la loro vita, allena i parassiti a resistere al pesticida usato. Alcuni allevatori di piccoli volatili si vantano di usare pesticidi da anni senza avere problemi, però, affermano anche che i loro volatili vivono solo 5-6 anni al posto di 10-15 e si riproducono solo per 2-3 anni e, quando ci sono veramente, gli acari continuano a essere molestamente presenti.
L'applicazione spropositata di pesticidi sugli animali con lo presunto scopo “preventivo” ormai è in moda, in particolare in cani e gatti. E non sono rari i padroni che un bel giorno si accorgono di avere tutta la casa o il giardino e tutti gli animali infestati da pulci o da altri parassiti al punto tale di dover rivolgersi per la disinfestazione alle ditte specializzate – fidandosi alle pubblicità promettenti e ottimista dei produttori hanno dimenticato di controllare, limitandosi solo di trattare i loro beniamini a cadenza prescritta, mentre gli animali indeboliti dalla continua intossicazione da pesticidi sono diventati un bersaglio facile e la fonte di proliferazione per tutti i parassiti i quali nel frattempo hanno elaborato la resistenza alla formula usata. I pesticidi sono un meraviglioso aiuto però l'uso spropositato non porta a nulla di buono.

Gli acari che colpiscono più spesso i Pappagallini Ondulati e gli altri volatili d'affezione domestici sono i cosiddetti “acari della rogna” che vivono sul volatile nei tessuti superficiali nutrendosene e acari che salgono su volatili al buio per nutrirsi di sangue e dopo si nascondono nell'ambiente circostante. Più raramente s'incontrano altri tipi di acari, tra cui quelli che vivono all'interno delle penne e acari delle vie respiratorie.
Molto più spesso degli acari capitano pidocchi che si presentano come bastoncini minuscoli scuri che si muovono in mezzo alle piume.

Tra i sintomi generici possono essere presenti la forfora, scaglie, cisti di piume, prurito, piume danneggiate (con buchetti o consumati intorno al calamo o sulle estremità), piumaggio più opaco e meno bello, dimagrimento.

Acari della rogna (Cnemidocoptes)
Questi acari sono invisibili all'occhio nudo. Vivono all'interno dei tessuti della pelle e vi scavano gallerie. Non si trasmettono all'uomo. Causano danni esclusivamente ai volatili con il sistema immunitario compromesso, gli uccelli sani non mostrano segni di presenza di acari e non ne hanno conseguenze anche quando sono infestati. Negli Ondulati e in alcuni altri pappagalli i segni principali sono scaglie, placche o crescite crostose del colore chiaro sulla cera, sul becco e intorno, sulle zampine, intorno agli occhi, intorno alla cloaca – sulle zone del corpo non coperte di piume. Nella maggioranza di altri volatili vengono colpite solo le zampe e la cloaca, talvolta il becco, le palpebre. Nei casi più avanzati le zampine si deformano e sembrano essere cementificati, le dita smettono di muoversi, si arriva alla necrosi e alla perdita di unghie e dita; può crescere a dismisura o deformarsi il becco. Nei passerini si ha una deformazione particolare delle zampine caratterizzata da tessuti e placche che si alzano a mo' di sfogliatella napoletana.
Alcune specie di questi acari non si accontentano delle parti non coperte del piumaggio e invadono anche la pelle sotto il piumaggio. La pelle si copre di piccoli nodi e di scaglie, le penne diventano fragili e possono spezzarsi o cadere via, tutto il piumaggio diventa disordinato e l'uccello si gratta in continuazione e può arrivare ad autodeplumarsi o automutilarsi.
L'invasione di acari della rogna assomiglia ad alcune infezioni fungine e batteriche, per verificare che si tratti di acari e non di altro, nelle condizioni domestiche si può usare una lente di ingrandimento: quando si tratta di acari nelle ricrescite si vedono buchini – passaggi degli acari.

Le infestazioni non gravi da parte degli acari che invadono solo le parti non coperti di piume si curano senza uso di farmaci: basta applicare ogni giorno, una o due volte, dell'olio di vasellina o un altro olio (ottimi quelli di Ippofae e di fegato di Merluzzo) con aggiunta di un po' zolfo, per 20 o più giorni (fino a 40), in dipendenza dalla gravità del caso. Nell'applicare l'olio è più comodo usare direttamente le dita che bastoncini di cottone o altri aggeggi. Applicando l'olio si deve cercare di non metterlo sul piumaggio, comunque il piumaggio unto può essere passato con zolfo in polvere o con farina che assorbiranno una parte di olio. Per eseguire il trattamento il volatile va preso nelle mani, un dito si passa in piccola quantità d'olio che va spalmato su tutte le parti del corpo non coperte di piume e non soltanto sulle zone sintomatiche, le zampine si massaggiano leggermente. L'olio impedisce agli acari di respirare e pian-pianino muoiono.
La disinfestazione della gabbia e dell'ambiente va eseguita dopo 3-5 giorni dall'inizio del trattamento e ripetuta ogni 9-10 fino alla fine delle cure.

Nei casi di gravità media può essere usata una pomata acaricida (per esempio, “Eurax”), applicandola sui punti colpiti dopo avere staccato le ricrescite (applicando per alcuni giorni dell'olio, ammorbidendo e quindi staccando) 1 volta in 5 giorni e ripetendo per 5 volte; in altri giorni si usa un olio. La disinfestazione parte dal primo giorno dell'applicazione dalla pomata. Se l'uccello lecca o mordicchia spesso le zampine o la cloaca (il che succede raramente), è preferibile scegliere un altro tipo di trattamento pesticida per evitare il rischio di possibile avvelenamento da pomata: immersione in acqua addizionata di pesticidi in polvere (istruzioni sull'etichetta) o nell'infuso o nel macerato di piante di Piretro o di Assenzio (30-50 grammi di droga fresca o 5-10 di quella secca per un litro d'acqua ), trattamenti a secco con polvere, applicazione a goccia de pesticidi forti come si descrive di seguito.

Nelle infestazioni devastanti è preferibile usare un pesticida potente come l'Ivermectina o la Moxidectina ritenuti al livello internazionale farmaci d'eccezione per eliminare gli acari della rogna e nelle cure contro alcuni altri parassiti, vermi compresi; si possono usare altri preparati pesticida simili, ricordando che la verifica dei risultati si effettua dopo 20-30 giorni e non nell'immediato.

Per l'applicazione topica a goccia nelle cocorite e in altri volatili di taglia piccola si usa l'Ivermectina al 0,1%, purtroppo, in Italia al momento non sono ancora disponibili preparati aviari già venduti in altri paesi e si deve accontentare dei farmaci per altri animali più grandi, diluendoli.
In commercio si trova preparato di Ivermectina per pecore e bovini al 1% - dal nome “Ivomec” - il quale non è solubile in acqua e perciò va sciolto in glicerina, in glicole propilenico (che già entra nella composizione del prodotto) o in olio di vasellina o in un altro solvente adatto fino ad arrivare alla concentrazione 0,1 % - mescolando 1 goccia di “Ivomec” al 1% con 9 di solvente.
Alle cocorite e altri uccellini dal peso medio (di 30-50 grammi) si applica una goccia sulla pelle dietro alla testa o in mezzo alle ali, con la ripetizione dopo 9-10 (oppure 14) giorni e la corrispettiva disinfestazione della gabbia e dell'ambiente.
Nelle cocorite di taglia più grossa (60-100 grammi) e in altri volatili di corrispettiva taglia si usa applicare 1 goccia di Ivermectina al 0,27% - 0,30% oppure 2-3 gocce al 0,1%. Ai più piccoli di 30 grammi va messa una piccola goccia equivalente alla metà di una goccia media.
Le scuole diverse consigliano giorni di intervallo diversi, come sembra, funzionano tutti i metodi, importante è interrompere il ciclo di ovodeposizone degli acari.
Alcuni somministrano l'”Ivomec” direttamente in bocca però l'impatto potrebbe essere troppo drastico per la salute in quanto, secondo alcune ricerche, il glicole propilenico – il componente del prodotto - pare che possa provocare la necrosi dei tessuti delle vie digestive con i quali viene a contatto.
Invece per via orale possono essere somministrati preparati in base dell'Ivermectina solubili in acqua, per esempio l'“Eqvalan” - un antielmintico per cavalli, diluendo accuratamente fino alla concentrazione 0,1 % e somministrando la solita goccia.
Il dosaggio dell'Ivermectina ritenuto sicuro dalla comunità internazionale è di 0,2 mg di Ivermectina per un chilo di peso corporeo, invece il dosaggio di 0,4 mg/kg in piccoli uccellini si è rilevato tossico.

Il preparato “Cydectin”, sempre per ovini e bovini, contiene la Moxidectina. Nella prassi generale negli Ondulati di taglia media, si usa applicare sulla pelle due gocce (0,1 ml) del preparato al 1% (10 mg/ml), ripetendo dopo 10 (o dopo 21-23) giorni in caso di necessità. Secondo alcune ricerche, il preparato funziona anche nel dosaggio molto inferiore. Per esempio, secondo alcuni produttori farmaceutici, il preparato al 1% diluito nella proporzione 1:20 nel solito dosaggio di due gocce funziona ugualmente. Risultano efficaci anche preparati veterinari aviari al 0,1% (1 mg/ml), quando agli uccellini meno di 30 grammi si applica una goccia sola e dai 30 ai 100 grami – due, la stessa somministrazione in alcuni sperimenti è risultata risolutiva anche in alcuni pappagalli più grandi. Ovviamente, conviene iniziare le cure con dosaggi più bassi, ripetendo in caso di necessità dopo 5-6 mesi con un dosaggio maggiore.
Anche il preparato “Guardian” per cani contiene la Moxidectina, i granuli si sciolgono secondo istruzioni allegate al prodotto fino ad arrivare alla concentrazione desiderata, facendo cura di non sbagliare.

I dosaggi di Ivermectina e Moxidectina sono finoggi discussi tra veterinari che persino si accusano tra di loro di compiere azioni “aneddotiche”, perciò i veterinari diversi possono offrire schemi di cura diverse (dosaggio e giorni di intervallo), l'importante è il risultato finale.

La Selamectina è il principio attivo del prodotto “Stronghold” per cuccioli di cani e gatti (al 6%, fialette da 0,25 ml - 15 mg), alle cocorite di taglia media si applica una goccia sulla pelle e si ripete l'applicazione dopo 10-14 giorni. E' il preparato più comodo da usare per le persone che hanno pochi volatili e che non vogliono spendere per bottigliette di preparati per bestiame.

Anche il “Frontline” (Fipronil – 100mg/1ml) - un altro prodotto per cani e gatti - ha il vantaggio di essere venduto in confezioni piccole e ne si applica la solita goccia. Il "Frontline combo" contiene 2 pesticidi: il Fipronil al 10% e il (S)-methopreneal  9%. Entrambi i preparati spesso causano la morte, problemi nella riproduzione e della salute, l'efficacia effettivamente rimane sotto questione. La pubblicità radiosa e promettente sulla confezione non corrisponde alla realtà pratica.

La prima somministrazione di preparati applicabili a goccia serve per uccidere parassiti adulti e semi adulti (forme larvali), le uova invece rimanono intatte (la maggior parte di pesticidi non è efficace contro le uova), la seconda serve per uccidere i parassiti nati dalle uova nei giorni successivi dopo al trattamento.

Per applicare la goccia con maggiore comodità, il volatile va preso nelle mani bagnate di poca acqua - le mani umide non gli permetteranno di girarsi e di svincolarsi; per evitare morsi tra il pappagallo e la mano va infilato un fazzoletto di stoffa grezza piegato più volte, in maniera tale da coprire tutto lo spazio vulnerabile; le piume nel luogo di applicazione vanno inumidite con pochissima acqua o alcol da pasticceria e aperte fino a scoprire la pelle (la pelle non deve essere bagnata!), quindi, con un contagocce o con una siringa sulla pelle va posata la goccia. Se il preparato finisce sulle piume e non sulla pelle, il trattamento può fallire. Agli inesperti conviene allenarsi nel fissare e maneggiare il volatile prima di proseguire con la procedura, per acquisire un minimo di manualità.
Le crescite e le croste vanno ammorbidite con olio di vasellina o con un altro olio e, dopo alcuni giorni, staccate. Se non trattate con vasellina, potrebbero rimanere a lungo senza staccarsi anche quando gli acari sono già morti.

Esistono anche le formulazioni di farmaci solubili in acqua, i quali possono essere somministrati in beverino (mai in acqua per bagnetto!), usati in animali da redditto. Tra i preparati ad uso aviario i più famosi sono “Scatt” e “S76”.

La maggior parte degli spray presenti attualmente in commercio (per esempio, il “Foractil”, l'”Acarene”) sono inefficaci contro gli acari della rogna. L'applicazione dello spray con un batuffolo di cottone imbevuto sulle zone colpite dall'acaro può portare all'intossicazione, alla paralisi e alla morte del volatile trattato perché è facile causare il sovraddosaggio – gli spray sono formulati per essere applicati sul piumaggio.

Nelle infestazioni da acaro che invade anche la pelle sotto il piumaggio vanno trattati tutti i volatili presenti nello stesso ambiente, anche quelli che non hanno sintomi evidenti, e la disinfestazione va fatta con maggiore impegno – questi acari sono molto più devastanti e più difficili da debellare. Invece nella rogna “normale” si decide caso per caso se trattare tutti i volatili o una parte e l'impegno relativo alla disinfestazione ambientale.

Tra gli acari della rogna i più diffusi sono Cnemidocoptes pilae, Cnemidocoptes columbae, Cnemidocoptes mutans; invece Cnemidocoptes laevis vive nei calami di penne. Le altre trascrizioni usati di Cnemidocoptes sono Knemidocoptes e Knemidokoptes.

Acari che si nutrono di sangue (Acari rossi)
Questi acari vivono nell'ambiente (sotto le incrostazioni di sporco, nelle fessure, in mezzo alle giunte delle gabbia, nei nidi, nelle mangiatoie, ecc.), si nutrono di sangue assalendo i volatili nel buio, in un nido gravemente infestato possono dissanguare pulcini fino a farli morire. Solitamente, negli ambienti infestati, gli uccelli hanno il sonno disturbato, si spostano tanto durante la notte. Per controllare la presenza di questi acari, per la notte sul fondo della gabbia vanno messi dei fogli di carta bianca piegati in due o dei panni bianchi (anche sopra la gabbia), al mattino, in mezzo possono essere trovati acari; oppure, smontando un posatoio o un oggetto con fessure e sbattendolo su un foglio bianco. Questi acari si presentano come minuscolissimi puntini scuri o rossi, i loro escrementi e uova sono polvere chiara. Quando l'infestazione è grave, nelle ore notturne, i volatili sono letteralmente coperti di acari, un controllo con una pila può svelare il problema.
Questi acari possono essere eliminati senza uso di pesticidi sui volatili, è sufficiente la disinfestazione ripetuta a cadenza di 5-11 giorni (d'estate con maggiore frequenza) della gabbia e dell'ambiente e l'uso di repellenti. Nelle infestazioni gravi sui volatili può essere usato uno spray-pesticida o pesticidi in polvere, immersione in acqua medicata. Alcuni allevatori mettono della polvere del fiore di Piretro o dello zolfo nelle gabbie e nei nidi. L'uso di pesticidi forti a goccia come l'”Ivermectina” ha senso solo se c'è in corso un infestazione da più specie di parassiti contemporaneamente o se le cure precedenti meno drastiche sono fallite.
Il ritmo di riproduzione di questi acari si velocizza con l'aumentare del caldo e si rallenta con il freddo, sono molto resistenti alle condizioni difficili e sopravvivono a lungo nell'ambiente, perciò, in caso di difficoltà, il ciclo di disinfestazione personalizzato va pianificato con uno specialista.
Gli acari di questo tipo possono aggredire occasionalmente anche l'uomo, ciò accade quando viene a mancare la solita fonte di cibo, per esempio, quando vengono distrutti nidi dei colombi del sottotetto. Questi acari si spostano finché non trovano un'altra fonte di cibo. Nelle infestazioni insidiose (che avvengono abbastanza spesso negli allevamenti) si procede con lo scoprire da dove di preciso provengono gli acari (fonti esterne) e con la rimozione e disinfestazione della fonte primaria. Spesso, l'uso continuo di repellenti nei punti critici è indispensabile.
La maggior parte di acari di questo gruppo, per esempio della specie Dermanyssus, assale la fonte di cibo solo di notte, invece quando il cibo scarseggia, l'atto di alimentarsi può accadere anche di giorno. Esiste però, una categoria di questi acari (specie Ornithonyssus) che vivono stabilmente sui volatili, senza mai scendere; anche questi acari si controllano usando il Piretro o la Permetrina.

Acari che vivono all'interno delle penne
Questi acari microscopici non sono riconoscibili all'occhio nudo, tra i segni della loro presenza: disordine del piumaggio, sangue o presenza del colore scuro in calami di penne, piume danneggiate, spezzate o deformi. Per una diagnosi certa va fatto l'analisi di penne e piume sospette. La sensibilità ai preparati dipende dalla specie dell'acaro, in alcuni casi funzionano meglio pesticidi residuali (come Permetrina), in altri può funzionare lIvermectina o altri preparati (Moxydectina, Selamectina), i quali, però, abbastanza spesso non sono funzionali per questo tipo di acari. Le cure fai-da-te senza assistenza specialistica spesso falliscono. Non avendo un veterinario di fiducia, prima di iniziare trattamenti domestici, andrebbero studiati manuali di parassitologia di edizioni e autori diversi, e andrebbero visionate ricerche scientifiche presenti sull'internet.
Tra gli acari che s'insediano all'interno delle penne ci sono specie Analges, Dermotoglyphus, Pterolichus, Syringophilus. Classificato in altro gruppo Cnemidocoptes laevis nella letteratura veterinaria è denominato “acaro deplumante”.

Acari delle vie respiratorie
In questa infestazione si sentono rumori particolari provenienti dalla gola del volatile che può avere difficoltà respiratorie di grado vario e sintomi di semplice raffreddore, per avere la certezza diagnostica, vanno fatti analisi di accertamento (prelievo). La sintomatica respiratoria somiglia anche a quella del sovrappeso o del gozzo troppo pieno (a causa di sovralimentazione, di ingestione di oggetti non digeribili o di infezioni), di infezioni fungine o protozoarie e anche di infezione da vermi. Per le cure si usano pesticidi applicabili a goccia come l'Ivermectina o spray speciali contro acari delle vie respiratorie (istruzioni dell'uso sull'etichetta), abbinati alla disinfestazione. Quando c'è dubbio tra infezione da acari e quella da vermi, è meglio usare un pesticida a goccia.
Tra gli acari più diffusi delle vie respiratorie - Sternostoma tracheacolum.

Pidocchi (ordine Mallofagi)
La maggior parte dei pidocchi vive sul piumaggio e se ne nutre, solo alcuni vivono sulla pelle e questi sono i più dannosi. I pidocchi possono essere trattati, dopo un corso immunostimolante, con uno spray ad azione residuale (con Peritroidi) o con polveri di piante dal potere insetticida o sintetiche, abbinando alla disinfestazione della gabbia e dell'ambiente circostante. I pesticidi applicabili a goccia solitamente non funzionano perché la maggior parte di pidocchi non si nutrono dei tessuti vivi della pelle né del sangue e, quindi, non consumano pesticida vi presente. Il pesticida usato deve agire sulla superficie delle piume.
Si spruzza direttamente sull'uccello, facendo cura di proteggere gli occhi e la bocca, oppure si fa uscire un po' di spray su una superficie e con un fiocco di cotone si prende del liquido e lo si distribuisce sul piumaggio senza metterlo sulla pelle. Si fanno due o tre trattamenti intervallati da tre giorni di intervallo, o secondo un altro schema.
Il ciclo vitale medio dei pidocchi è di 3-5 settimane. Tra i segni della presenza di pidocchi ci sono file di buchetti e danneggiamenti di penne, piumaggio danneggiato (con elementi mancanti o consumati). I pidocchi, a differenza da acari, sono visibili all'occhio nudo e sembrano essere minuscoli bastoncini.

Pulci e zecche
Nei volatili d'affezione domestici queste infestazioni sono rarissime, invece nelle voliere all'aperto ai volatili si offrono vasche con sabbia, zolfo e cenere e si usano repellenti e pesticidi naturali intorno alle voliere per controllare la situazione, vigilando continuamente e intervenendo quando necessita. Nelle zone popolate da colombi, palazzi interi possono subire infestazioni da cosiddette zecche del piccione (Argas reflexus) che ormai rappresentano un serio problema socio-igienico in quanto attaccano anche l'uomo e trasmettono malattie. I piccoli e medi uccelli domestici rischiano di morire se attaccate da queste zecche, generalmente attive in buio. I nidi dei picconi solitamente sono colmi di questi e altri parassiti (per esempio, come acaro rosso sopraddescritto). Occhio se avete nidi di colombi o di altri volatili selvatici sotto tetto o nelle vicinanze dell'allevamento.

Alcuni trattamenti con prodotti naturali
Immersione in acqua tiepida addizionata di bicarbonato di sodio (1 cucchiaino da the per un litro d'acqua) o applicazione a spruzzo; 1-2 volte a settimana.
Bagni o immersione in acqua addizionata di zolfo (3 cucchiaini da the per mezzo litro d'acqua) o trattamento con zolfo a secco (applicazione a mano o mettendo l'uccello in sacchetto con polvere lasciando fuoriuscire solo la testa), a giorni alterni.
Bagni a secco di sabbia con fior di zolfo e cenere di legno, la vaschetta sempre in disposizione.
Trattamenti con polvere di piante essiccate di Piretro o Assenzio (metodo del sacchetto). Immersioni in infuso di erbe di Piretro o di Assenzio sono da praticare con attenzione, evitando accuratamente che l'uccello lo possa bere o che vada finire nelle orecchie o negli occhi.
L'olio di fegato di Merluzzo somministrato sia all'interno (1 goccia al giorno) sia all'esterno aiuta al recupero dermatologico dei tessuti della pelle danneggiati.
Di più nel libro.
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Il famossissimo veterinario-scienziato australiano Dr. Ross Perry fa vedere un metodo sicuro di applicazione degli spray antiparassitari

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PRINCIPALI CAUSE DELL'AUTODEPLUMAZIONE

L'autodeplumazione nei volatili d'affezione domestici e negli allevamenti amatoriali e intensivi è un problema abbastanza frequente. Il volatile strappa via o spezza le proprie piume e penne e le butta giù oppure le mangia. Solitamente, però non sempre, le prime piume a essere strappate sono quelle della parte alta del petto o delle coscette, oppure quelle della zona colpita da un'infezione o avente reazione allergica. Il primo segno è il piumaggio rarefatto con la pelle che s'intravede da sotto le piume. Con l'avanzare del tempo, il volatile strappa via tutte le piume, lasciando o spezzando le penne. E' un problema lento a progredire però nello stato di nervosismo estremo l'uccello può deplumarsi completamente in arco di poche ore.
La masticazione del piumaggio può trasformarsi in atti di deplumazione o subentrare durante. A volte, l'autodeplumazione può degenerare in atti di autoferimento e di autocannibalismo.
Si crede che alcuni volatili si strappano le piume dalle zone corrispondenti agli organi interni sofferenti e malati – come se volessero dare delle indicazioni al proprio padrone.

Nel linguaggio popolare si usano termini “pica” e “falsa muta” quando si tratta dell'autodeplumazione.
Pica è un termine medico che significa perversione del gusto per anomalie nervose e talvolta durante la gravidanza (dizionario Zingarelli), muta significa sostituzione delle piume e penne vecchie con quelle nuove – durante una normale muta la pelle non si vede (con eccezione della zona intorno al becco dove a volte può capitare che si veda se tutte le piume ricrescono contemporaneamente).

L'autodeplumazione va distinta dalla perdita spontanea di piumaggio. Può anche accadere che a strappare piume e a causare ferite non è il volatile deplumato stesso ma il suo compagno o genitori.

La perdita spontanea del piumaggio può avvenire per seguenti motivi:
- in seguito a infezioni, tra cui infezioni da circovirus e da poliomavirus famose con sigle PBFD e APV, infezioni batteriche e micotiche della cute e del piumaggio;
- in seguito a infestazione da alcuni tipi di acari, in particolare da acari che proliferano all'interno dei calami – in questo tipo di infestazione si notano penne spezzate ed è presente accumulo di sangue dentro a calami;
- per gravi carenze e intossicazioni alimentari e/o da farmaci e vaccini. Un inadeguato o non equilibrato apporto di minerali e di sostanze nutritive, il sovraddosaggio di vitamine sintetiche, presenza di sale da cucina e del cibo umano nella dieta portano spesso alla calvizia. Le vitamine di sintesi si aggiungono ormai a tanti prodotti e il rischio di sovraddosaggio è altissimo. La vitamina di sintesi D3 si usa nei ratticidi a causa della spiccata tossicità, in sovraddosaggio uccide ugualmente sia ratti sia i pappagalli sia gli altri animali, l'intossicazione lieve può portare alla calvizia. Nelle carenze accade più spesso che il volatile strappa le piume e le mangia, senza aspettare che cadono da soli. In alcune razze la calvizia può derivare dalla carenza di Iodio nella dieta, in tutte le razze da intossicazione da Iodio aggiunto a miscele di semi, prodotti mangimistici industriali e integratori;
- per mantenimento inadeguato – tra le cause più frequenti: l'aria troppo secca dell'ambiente, mancanza di bagni o quantità insufficiente di bagni, uso di acqua di rubinetto che contiene cloro o di acqua dalla bottiglia industriale con aggiunta di antibiotici, mancanza di luce di giorno e di sole;
- esposizione a troppe radiografie o ad altri analisi cliniche invasive con uso dei raggi;
- per causa di un'improvvisa e forte paura (alcuni volatili sensibili perdono il piumaggio o una parte se spaventati mente dormono).

Principali cause dell'autodeplumazione
  1. Frustrazione – insoddisfazione dei bisogni primari, forse, è la causa più frequente. Uguale come gli uomini, i volatili hanno bisogno di avere i propri spazi, momenti di divertimento e di tranquillità, relazioni amorose, relazioni familiari e sociali, crescere la prole, passare tempo con amici, gustare cibi che piacciono, scegliere, avere la possibilità di giocare e di muoversi. Tra i bisogni particolari ci sono la necessità di costruire nido (rosicchiando e distruggendo nei pappagalli) e la necessità di fare bagni di sabbia e polvere della terra e di cercare cibo (che in cattività viene offerto in mangiatoia senza necessità di cercarlo – liberando così troppo tempo che gli uccelli non sanno più come passare). Nella prigionia dall'uomo la maggior parte dei volatili sono deprivati di tutto ciò. Una femmina può iniziare a deplumarsi se non trova un luogo dove fare il suo nido durante la stagione di riproduzione (la natura è più forte del proibizionismo dell'uomo), oppure se ha già uovo in pancia e non sa dove depositarlo (le femmine in cattività producano uova anche senza maschio quando il regime di mantenimento e il cibo sono troppo stimolanti alla riproduzione), oppure se è troppo disturbata dalla curiosità del padrone durante la riproduzione. Anche gli uccellini più minuscoli, che al proprietario poco attento sembrano non avere sensi né sentimenti, hanno questi bisogni. In natura, lo scopo della vita vita dei volatili è il mantenimento della specie, cioè la riproduzione; impedendoli di realizzare lo scopo della loro vita senza avere attuato azioni compensatorie si arriva sempre a problemi di diverso genere, tra cui l'autodeplumazione per frustrazione e per disperazione è uno dei problemi frequenti.
  2. Motivi psicologici. Quando i volatili d'affezione si sentono traditi, trascurati o abbandonati dal padrone da loro amato, e anche quando viene improvvisamente cambiata la routine quotidiana, si lasciano andare nell'autodeplumazione, alcuni caratteri possono intentare anche azioni suicida, alcune femmine possono provocare a loro stesse la fuoriuscita della cloaca allo scopo di attirare l'attenzione del padrone e di morire nelle coccole tra le sue mani. I volatili d'affezione sono molto sensibili e la scala gerarchica tra gli animali stabilita dal padrone non va mai cambiata a loro discapito – l'uccello che usciva al mattino dalla gabbia per primo deve per sempre uscire primo anche se in casa è arrivato un altro volatile o animale più amato di lui e deve ricevere sempre la sua “porzione” di attenzioni e coccole. Gli uccelli con carattere più sensibile possono iniziare a strapparsi piume dopo la perdita del partner o del padrone. Mancanza di intrattenimento (comunicazione) e di giochi adeguati complicata in giusta misura in corrispondenza alla specie, di spazi personalizzati attrezzati portano alla noia che è un intreccio di aspetti psicologici e di mantenimento. Se in casa non ci sono molteplici trespoli attrezzati, gli uccelli più intelligenti potrebbero arrivare a pensare che non sono benvenuti. Negli Stati Uniti, tra gli amanti di grandi pappagalli d'affezione, c'è un detto saggio: “I pappagalli non sono pet ma i membri della famiglia per tutta la vita”.
  3. Comunicazione mal gestita da parte del proprietario. Anche il più minuscolo uccellino può accorgersi che tutta l'attenzione del proprietario cade su di lui quando si strappa piume, così, il furbacchione in mancanza di una routine giornaliera che gli garantisce attenzioni soddisfacenti, ricorre al strapparsi le piume per attirare l'attenzione del padrone e soddisfare il bisogno di comunicazione e/o di coccole. Ogni rinforzo positivo di un comportamento (qualsiasi tipo di attenzione, sia urla imprecative sia coccole sia qualsiasi altro comportamento che può essere valutato come attenzione) lo rinforza, sia questo comportamento positivo o dannoso.
  4. Condizioni di mantenimento paragonabili con maltrattamento. Detenzione in gabbiette troppo piccole, diniego di possibilità di volare liberamente in spazi grandi fuori dalle gabbie, isolamento e diniego di rapporti con i propri simili e con l'uomo, abbandono negli spazi isolati poco stimolanti. I volatili che sono capaci di imparare a parlare sono paragonabili ai bambini di 1-4 anni sul piano intellettuale e richiedono le stesse cure e attenzioni che richiedono i bambini di questa età: non vanno mai lasciati da soli o trascurati, devono essere continuamente assistiti (serviti e riveriti), controllati, aiutati, stimolati, intrattenuti, educati e voluti bene. Negli allevamenti l'autodeplumazione e altri tipi di automutilazione derivano dai maltrattamenti paragonabili con la tortura: gabbiettine e “voliere” minuscole (cenerino in gabbia a misura di diamantino), pulizia insufficiente (in internet possono essere viste foto di tanti allevamenti che tengono volatili in mezzo agli escrementi incrostati), uso di garage o cantine senza finestre o con finestre troppo piccole con ambiente malsano e lugubre come luogo per allevare, abuso di sostanze chimiche e farmacologiche...
  5. Mantenimento inidoneo. Tra le cause più frequenti: orario giornaliero non corrispondente alla stagione in corso e alla luce del sole del luogo di abitazione (la fiaba metropolitana che i gli uccelli tropicali dovrebbero dormire 12 ore per notte tutto l'anno in tutti i paesi del mondo e in tutte le zone climatiche è stata lanciata da alcune associazioni poco serie e si basa sull'idea che i volatili provenienti dalle zone tropicali non sentirebbero il ritmo del sole dei paesi dove si trovano), mancanza della luce del giorno e mancanza della luce del sole (le lampade elettriche non li sostituiscono, almeno nella stagione calda i volatili devono ricevere abbondanti quantità di luce e di sole), l'aria troppo calda e/o troppo secca dell'ambiente, bagni insufficienti.
  6. Alimentazione inadeguata. Carenza di minerali o rapporto sbagliato tra minerali, mancanza o eccesso di proteine, mancanza o eccesso di vitamine, uso di prodotti industriali confezionati molto lavorati (pastoncini, estrusi, pellettati, ecc), abuso di sostanze farmacologiche tra cui vitamine sintetiche e aminoacidi di sintesi o estrazione chimica, l'alimentazione inadeguata alla specie, l'uso del cibo umano possono portare ai problemi dermatologici al di là di quelli metabolici e il volatile comincia a grattarsi e a strapparsi piume. Nella carenza di calcio e nei problemi di metabolismo è molto probabile che il volatile comincia a mangiare le proprie piume nel tentativo di compensare degli squilibri interni con alta probabilità di giungere alla depravazione del gusto (pica).
  7. Intossicazione da sostanze chimiche presenti negli alimenti. Ormai tutto il cibo presente in commercio è pesantemente trattato con sostanze chimiche a scopo di conservazione e del “prolungamento della vita sullo scaffale”, tante sostanze non si indicano sull'etichetta (per esempio, i cosiddetti coadiuvanti della produzione). La frutta e le verdure possono essere trattati con pesticidi, solfiti, cere, gommalacca, ormoni, conservanti, formaldeide, farmaci antibatterici e antivirali usati nell'agricoltura, fertilizzanti. Le miscele di semi possono contenere tracce di disinfettanti e antibiotici, pesticidi, gas che si usano durante la conservazione, possono essere coperti da grassi addizionati di vitamine sintetiche o di iodio senza che ciò si indica sull'etichetta. I mangimi confezionati lavorati, al di là delle materie prime non certe e non controllabili (scarti industriali), sono trattati con antimuffe, conservanti, antibatterici/antibiotici, sostanze antiessicamento e antiindurimento, pesticidi, gas conservativi (cosiddetta atmosfera protetta). I mangimi per volatili domestici non sono sottoposti a nessun controllo da parte degli Stati e possono contenere qualsiasi sostanza di scarto immaginabile: sangue di animali proveniente da macellerie industriali, pelle di animali triturata, rifiuti di aziende farmaceutiche e di industrie alimentari.
  8. Allevamento artificiale (allo stecco, a mano) con conseguente mutilazione psicofisica. Ormai l'allevamento artificiale è diventato una moda – un'armata di persone di ogni genere e condizione sociale alleva a mano usando polveri chimiche industriali (ideate come espediente per casalinghe che si ritrovano con un pulcino da salvare però ormai diventati prodotto di largo consumo), con speranza di ottenere volatili addomesticati senza dover addomesticarli. Non sempre questi uccelli diventano addomesticati però quasi sempre mutilati, tanti non sono neanche in grado di volare né a rapportarsi normalmente con l'uomo e con i propri simili. Le polveri chimiche seguite da pastoncini industriali non meno chimici provocano problemi di metabolismo e stati di intossicazione di vario grado accompagnati in alcuni casi da problemi dermatologici che si possono trasformare in autodeplumazione.
  9. Allergie della cute – piumaggio sporco di sostanze che non piacciono al volatile. La pelle sotto influenza di sostanze irritanti s'infiamma e il volatile inizia a grattarsi e a strappare piume, tra le sostanze irritanti possono essere: fumo delle sigarette, saponi e shampoo, balsami e schiume pulenti per piumaggio, sali da bagno, profumi, uso dell'acqua da bagno contenente cloro senza prima declorarla, acqua inquinata (per esempio da metalli), uso dell'acqua industriale imbottigliata addizionata di antibiotici o altre sostanze oppure marcia. A volte il padrone tocca propri volatili con mani sporche o sudate oppure dopo averle appena lavate con sapone profumato oppure passato con tovaglioli umidi, oppure dopo avere fumato, “sporcando” il piumaggio e lasciando odori - la pulizia impegnativa allo scopo di eliminare odori o sostanze dal piumaggio spesso diventa ossessione e può degenerare in atti di autolesionismo. Alcuni volatili hanno irritazione cutanea nelle zone interessate dall'anello o dal microchip.
  10. Intossicazione da metalli. La gabbia, i giocatoli, l'anello, il chip, le mangiatoie, oggetti contenenti metalli tossici possono diventare la causa dell'intossicazione, inoltre metalli possono trovarsi nell'acqua (inquinamento ambientale, tubi da metalli tossici) e nel cibo.
  11. Infezioni e malattie interne o della cute e/o del piumaggio. Nelle infezioni da poliomavirus (APV) e circovirus (PBFD) i virus si localizzano maggiormente nel fegato e nella cute, provocando cambiamenti invisibili all'occhio anche in assenza di altra sintomatica come piume e penne malformate o storte, cambiamento del colore, cisti, polifollicolite (crescita di più piume dallo stesso follicolo), perdita di piumaggio, calvizie. Può accadere che i cambiamenti causati da virus provocano l'autodeplumazione in assenza di altri sintomi, oppure l'autodeplumazione si somma alla perdita spontanea di piumaggio. Si crede che in alcune razze l'infezione intestinale da Giardia (protozoo) possa portare all'autodeplumazione.
  12. Infestazioni da acari che proliferano nei calami e da alcuni tipi di acari “della rogna”.
L'autodeplumazione iniziale per qualsiasi causa, se non trattata immediatamente e trascurata, diventa un abitudine molto difficile da eradicare perché l'atto di strappare piume diventa un'abitudine o una dipendenza psicologica.

Nella maggior parte dei casi si ha un complesso di cause intersecate che portano all'autodeplumazione, perciò la situazione va accuratamente e profondamente analizzata nella sua integrità allo scopo di intervenire subito su tutti i possibili motivi, mettendo impegno di non tralasciare neanche uno, prendendo in considerazione che in natura tanti volatili sono portatori di molteplici infezioni, malattie, patologie e infestazioni però non si autodeplumano mai – ciò deve essere saggiamente valutato nel momento della pianificazione delle analisi cliniche, le quali, purtroppo, spesso si rivelano inutili, inaffidabili e mutilanti.

ANALISI CLINICHE NELL'AUTODEPLUMAZIONE

Il prelievo di cute e dei tessuti del follicolo, di piume/penne è indispensabile quando si sospettano infezioni fungine e batteriche cutanei o del piumaggio, e per verificare eventuale invasione da acari che vivono all'interno delle penne e piume (il che può dare sintomatica simile all'infezione da circovirus e poliomavirus).

I circovirus e polioma virus sono difficilmente identificabili, ad oggi il margine di sbaglio è alto. Si possono fare analisi di penne/piume (anche inviando in un laboratorio via lettera), analisi dei tessuti del follicolo, analisi del sangue (nei volatili di taglia più grande), analisi del contenuto di eventuali cisti. Negli stadi avanzati analisi generalmente non servono perché un occhio esperto nella maggiore parte dei casi identifica il problema. I trattamenti curativi di questi virus si basano sull'uso di immunostimolanti (o di dieta naturale immunostimolante) e disinfettanti ambientali e le analisi sono più sensati alla fine del ciclo per controllare se sia avvenuta la guarigione.
In caso di sospetto della presenza di altri virus coinvolti nei processi patologici cutanei (per esempio, Herpesvirus) può essere fatta ricerca anche per questi.

Se si tratta di infezione fungina del piumaggio e della cute da Aspergillus o da Candida o da funghi più rari, possono essere fatte analisi non invasive per controllare se ci sia la presenza maggiore del normale del fungo nella saliva (oppure nelle vie respiratorie e nel gozzo) e nelle feci (raccolte fresche dopo una deiezione normale, il tampone è invasivo e nel caso di compromissione dell'integrità dei tessuti interni – graffio, ferimento - i batteri, i funghi e i virus passano direttamente nel circolo sanguigno).

Nei volatili di taglia più grande possono essere fatte analisi generiche o mirate del sangue.
Tra altre analisi possono essere fatte quelle di routine di feci (composizione generale della microflora e/o ricerca di agenti infettanti singoli, evitando tamponi per i motivi sopraddescritti), tampone boccale o dal gozzo con la stessa ricerca delle feci.
Tra le analisi di routine si fanno controlli su seguenti malattie infettive: Ornitosi/Psitaccosi/Clamidiosi, Tubercolosi, Micoplasmosi, Tricomonosi, Salmonellosi. Possono essere fatte analisi per verminosi intestinale e di altri organi e per protozoi.

I veterinari offrono spesso di effettuare analisi invasive come endoscopie, radiografie, ecografie, biopsie di organi interni. In questi casi il veterinario deve spiegare a cosa servono questi analisi, cosa già sospetta il veterinario stesso, cosa potrebbero rilevare e come il veterinario potrebbe curare l'eventuale male scoperto (se non esistono cure certe con guarigione garantita, fare analisi invasive è pressoché inutile). Va fatta la valutazione dei benefici a confronto coi rischi. E' consigliabile che il cliente medita per qualche giorno sulle informazioni avute, s'informa bene sui procedimenti e sui rischi collegati e decide con tanta calma e consapevolezza se accettare o meno le offerte del veterinario sulle analisi invasive.

I primi interventi contro l'autodeplumazione possono essere attuati senza avere effettuato analisi, per esempio una dieta naturale disintossicante, rinforzante, immunostimolante o vitaminizzante, cambiamenti nel mantenimento e nelle condizioni di vita mantengono in equilibrio l'organismo e non permettono alle eventuali infezioni di svilupparsi.

AUTOFERIMENTO/AUTOCANNIBALISMO

Negli allevamenti intensivi dei volatili per consumo umano l'autoferimento, l'autocannibalismo e cannibalismo sono diffusissimi. Spazi di detenzione ristrettissimi, mancanza di luce di giorno e di sole, sovrappopolamento, orari giornalieri diversi dai naturali stagionali, alimentazione basata su mangimi industriali ricchi di proteine e aminoacidi (tra cui Lisina che si usa per velocizzare la crescita e ha forti poteri emostatiche) e di vitamine sintetiche, uso di ormoni, abuso di antibiotici, farmaci e vaccini – sono segni distintivi degli allevamenti intensivi conducibili ai problemi in causa.

Negli allevamenti amatoriali piccoli e nelle condizioni domestiche l'autodeplumazione degenera raramente fino a quel punto. Ad alcuni volatili può piacere il gusto del sangue, una volta assaggiato lo cercheranno ferendo sé stessi o altri volatili.
Gli elementi critici sono dieta altamente squilibrata e inadeguata alla specie, carenze gravi di elementi nutritivi naturali, uso del cibo umano (in particolare delle carni), uso di mangimi industriali di non verificabile contenuto intendendo controllo vero e proprio e non etichetta del prodotto (estrusi; pellettati, crocchette, biscotti, pastoncini), uso di aminoacidi, uso di polveri proteiche, uso di farina di piume come integratore, uso di farine di carne animale, uso di soia e dei derivati, uso di legumi che i volatili non mangiano in natura, uso del cibo trattato con ormoni (vegetali sverdinati), uso di vaccini, cure farmacologiche “fai da te”, abuso di farmaci in particolare degli ormoni e steroidi (per esempio, Cortisone), condizioni di vita paragonabili con maltrattamento e tortura che riduce i volatili in disperazione estrema. Nell'uomo l'uso di ormoni e steroidi può portare alla psicosi, all'ansia, all'aggressività, alla depressione con tendenza suicida – gli effetti collaterali nei volatili non sono stati ancora studiati però si potrebbe immaginare che sono simili.

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 Somministrazione di farmaci - Alimentazione forzata

Il famossissimo veterinario-scineziato australiano Dr. Ross Perry dimostra uno dei metodi della somministrazione delle sostanze farmacologiche agli Ondulati (questo metodo può essere difficoltoso per i principianti)

10 commenti:

  1. la mia cocorita fa pipi trasparente e pure tanta,e muove la coda a destra e sinistra mi devo preoccupare? hanno l imbarazzo della scelta nel cibo perche oltre ai semini vari ce insalata carota mela arancia rossa insomma vario e poi hanno la liberta di volare dalla mattina alle 8 fino il rientro in gbbia alle 20.
    saluti

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  2. Salve, la poliuria a lungo termine può portare a malattie e a danni alla salute, perciò sarebbe bene trovarne la causa... I semi vanno dati in razione giornaliera definita per singolo pappagallino oppure per il gruppo in corrispondenza con la stagione in corso, l'obesità e la sovlralimentazione possono essere causa della poluria. In natura, le coco non mangiano carote nè frutta industriale non di stagione. La frutta sverdinata e trattata fa più danni che bene, idem gli altri vegetali. In questa stagione sono diponibili insalate e cavoli vari, Bietola, Rape, Salicornia, Tarassaco, Violetta, Arbuto, Mimosa, Erica, erbe prative, Perietaria, Centocchio, Trifoglio... Aranci e Limoni non trattati vanno dati interi, meglio con ramo, ma li mangiano molto raramente, solo quando hanno bisogno di oli essenziali che contengono. Per la coda non credo che ci siano dei problemi :) L'orario, invece, va organizzato secondo il sole e secondo la stagione in corso, e anche secondo la giornata (quando piove dormono di più).

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  3. salve volevo chiederle s e era normale che la mia cocorita maschio strizza un occhietto ... quasi come se gli facesse prurito ... grazie mille

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  4. Salve, senza vederla almeno in video è impossibile dere se sia normale o se c'è qualcosa che non va. Se lo strizza a mò di tic, allora certamente c'è qualcosa che non va...

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  5. Salve, sono la "mamma" di Freddy, un ancestrale azzurro maschio di un anno e mezzo. Da qualche tempo ho notato un odore acre simile ad urina a livello della testa. Premetto che è sana, allegra, senza segni fisici di malessere. Solo un forte odore acre tipo urina. Da cosa può dipendere? Grazie per una vostra eventuale risposta.

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  7. Salve, ho un grosso problema con la mia cocorita femmina, visitata già dal veterinario ma non si riesce proprio a capire che cos'ha. Si è strappata le dita anteriori di entrambe le zampine, è in cura con antibiotico per bocca e bagnetti alle zampe con acqua e clorexidina ogni due giorni. Ma nessun miglioramento di comportamento. Mangia e beve come se non avesse nulla e gli escrementi sono normali. Cosa mi consigliate?

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  8. La mia cocorita ha delle bolle con pus sulle zampette... come posso aiutarla?

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  9. La mia cocorita ha delle bolle con pus sulle zampette... come posso aiutarla?

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  10. ho una cocorita maschio di 4anni dorme sempre mangia poco piume arruffate feci con massa fecale a forma di bastoncino verde molto scuro il terminale con una parte bianca e intorno una aureola di liquido marrocino cosa posso fare in attesa della cordialita distinti saluti

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